di Andrea Strambaci e Riccardo Olivieri
Martedì 8 ottobre piazza Garibaldi, a parma, è stata teatro dello stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della residenza XXV Aprile.
La residenza, situata in Via Taro, ospita ad oggi un centro diurno, una comunità alloggio e una residenza con servizi. Lo stato di agitazione nasce quindi dalla decisione del comune di convertire il centro diurno in uno spazio collettivo, a seguito del mancato rinnovo dell’accreditamento da parte dell’amministrazione comunale. Secondo quanto dichiarato dalla rappresentante della CGIL Silvia Sartori, ciò avrà risvolti negativi sia per i lavoratori che per l’utenza della struttura.
Si parla infatti di 32 esuberi per quanto riguarda le OSS della cooperativa Pro.Ges, con il potenziale rischio per le lavoratrici e lavoratori di ritrovarsi disoccupati in quanto la cooperativa difficilmente riuscirà a collocarli tutti e il comune non ha ancora pubblicato il bando di gara per la gestione del nuovo servizio. Per questo è fondamentale la tempestiva pubblicazione di quest’ultimo, con determinate “clausole sociali”, al fine di mantenere più posti di lavoro possibile e di garantire la continuità occupazionale dei lavoratori, scongiurando così la disoccupazione. La situazione è ancora più grave se pensiamo che molte delle OSS potrebbero avere difficoltà a trovare un altro impiego per via dell’età avanzata ad esempio.
Come già detto, anche l’utenza andrà incontro a diverse difficoltà, se oggi infatti il centro diurno XXV Aprile funziona 7 giorni su 7, con la riconversione in spazio collettivo questo funzionerà dal Lunedì al Sabato. Sembra chiaro, inoltre, il tentativo del comune di erodere l’utenza già presente al centro diurno: solo nell’ultima settimana 5 utenti presenti nella struttura sono stati già trasferiti altrove, un altro verrà trasferito a breve e da diversi mesi va avanti la riduzione dell’utenza, proprio su ordine del comune. Tutto ciò lascia pensare che i lavoratori potrebbero rimanere senza occupazione prima della fine dell’anno.
Nella piazza oltre alla presenza dei sindacati e dei lavoratori, anche gli utenti della residenza hanno voluto mostrare vicinanza alla causa. Qualcuno afferma che si tratta di una scelta inammissibile, l’operato delle OSS all’interno della residenza è impeccabile e lo sgomento per quello che ne sarà dell’utenza è davvero tanto, parliamo infatti di casi in cui è fondamentale l’assistenza degli operatori e delle operatrici.
Secondo gli operatori la ristrutturazione drastica di questo servizio sarebbe mossa da una questione prettamente economica. Chiaramente però la preoccupazione è tanta, parliamo infatti di lavoratori che vogliono giustamente risposte dalle istituzioni e che oggi tardano ad arrivare.
I lavoratori della struttura sono motivati nell’avanzare le proprie pretese, se oggi infatti possiamo vantare un buon livello di servizio assistenziale a Parma, lo dobbiamo proprio agli operatori e alle operatrici del settore. è quindi inammisibile tagliare questi servizi sulla pelle dei lavoratori e della cittadinanza che ne necessitano. La resistenza quindi andrà avanti e il nome della residenza, XXV Aprile, fa ben sperare.