Il 26 marzo scendiamo in piazza per la scuola, per i nostri diritti, per il nostro futuro

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di Giovani Comunisti/e Lombardia

L’attuale situazione pandemica ha portato all’adozione della didattica a distanza e a numerose chiusure dei luoghi della conoscenza. Dopo oltre un anno tante sono le parole dette e le promesse fatte, ma non è con queste che si risolvono i costi onerosi che le famiglie devono sostenere, il disagio di studenti e studentesse con disabilità e bisogni educativi speciali, i tanti malesseri emotivi, psicologici e fisici sorti nei ragazzi e nelle ragazze che studiano, i mezzi di trasporto pieni e tutt’altro che sicuri, gli universitari e le universitarie lontani dai propri atenei e l’edilizia scolastica che, ancora, resta l’ultima delle preoccupazioni dei governanti; musei, teatri, cinema, e biblioteche chiusi che hanno contribuito non solo ad un impoverimento culturale, ma anche ad un grave danno economico e sociale per tanti lavoratori, portando alla luce la drammatica situazione di precariato che da anni è presente nel mondo del lavoro.

Non possiamo più credere alla scusa dell’emergenza. L’intero sistema va ripensato e i proclami degli scorsi mesi non devono cadere nel dimenticatoio: non sta andando tutto bene e non andrà tutto bene per noi, i giovani e le giovani a cui state rubando il futuro. Questa non è la scuola che vogliamo e che meritiamo, questo non è il mondo che vogliamo e meritiamo!

La pandemia ha permesso di aprire gli occhi a tante persone sull’inadeguatezza del nostro sistema socio-economico e sanitario orientato al mercato e ben poco basato su un criterio scientifico, ma piuttosto su scelte politiche pensate ad hoc per arricchire la classe dominante. Non a caso i modelli basati sui valori del mutualismo, della collettività e del socialismo risultano efficaci e senza lasciare indietro nessuno.

Per questo noi Giovani Comunisti/e Lombardia aderiamo allo sciopero nazionale indetto da Priorità alla Scuola, dai Cobas e dal Coordinamento Nazionale Precari Scuola. Venerdì 26 marzo saremo nelle piazze e nei presidi delle città della Lombardia assieme a tanti e tante per ribadire che chiudere le scuole è una scelta politica che non arreca alcun costo allo stato, mentre a farne le spese sono le famiglie, i giovani e le giovani, che questa classe politica sta condannando le future generazioni a ritardi nella formazione e ad una crescente dispersione scolastica, per chiedere di destinare il Recovery Fund alla scuola così da ridurre gli alunni per classe, assumere i precari e investire sull’edilizia scolastica per creare nuovi spazi di studio e per portare con forza le nostre rivendicazioni.

Con questo comunicato invitiamo inoltre tutti e tutte a rompere gli sche(r)mi, a contribuire allo sciopero della DAD e a quello sociale e a rendere ancora più forte e compatto il nostro messaggio e la nostra lotta.

Perché la lotta fa scuola!

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