17 maggio: Giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia, l’intersexfobia e l’afobia

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di Vittorio Savini (coord. GC Milano) e Melykurutta (GC Milano e collettivo Intersexioni)

Il 17 maggio del 1990, grazie al duro lavoro di tant* attivist* LGBTQIAPK+, l’OMS rimuove l’omosessualità dalla lista
delle malattie mentali; esattamente 14 anni dopo, nel 2007, viene istituita, da un’idea del curatore del Dizionario dell’Omofobia Louis-Georges Tin, la Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia; nel tempo si è cercato anche di aggiungere e tutelare contro l’intersexfobia e l’afobia.
Nonostante i liberali ritengano che l’Italia e l’Unione Europea siano avanti nella lotta alle discriminazioni nei confronti della comunità LGBTQIAPK+ c’è ancora molto lavoro da fare e tacita connivenza delle istituzioni, basti pensare al silenzio dell’UE nei confronti degli accadimenti in Ungheria e Polonia.
Se sulla condizione delle persone omosessuali, bisessuali e trans viene fatta maggiore informazione ed è più nota, ci sono però categorie, come le persone intersex o asessuali, ancora fortemente discriminate e invisibilizzate.
Con il termine ombrello intersex ci si riferisce a variazioni delle caratteristiche di sesso genetico/cromosomico, gonadico/ormonale, e/o anatomico (relativo alle caratteristiche sessuali primarie e secondarie) di una persona che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie dei corpi considerati femminili o maschili (secondo la definizione della ricercatrice e attivista Michela Balocchi, per maggiori informazioni sul tema seguite
Angry&Intersexy e Intersexioni).
È necessario che ci sia maggiore visibilità sulle tematiche intersex e bisogna combattere contro la chirurgia precoce non vitale a cui è sottopost* l* bambin* intersex al fine di adeguarl* allo standard binario imposto dalla nostra società e cultura.
Categoria, che non è interpellata e quindi tutelata, nel DDL Zan come del resto persone poliamorose, kinkster,
aromantiche e asessuali, le quali subiscono forme di discriminazioni molto gravi come lo stupro riparatore.
Se il DDL Zan diverrà legge (cosa che ci auguriamo) non sarà il punto di arrivo, ma l’inizio di un lungo percorso per
l’integrazione, la tutela e liberazione delle soggettività LGBTQIAPK+.

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