di Edoardo Casati e Eridan
Oltre al referendum, per il quale voteremo compatti per il NO al taglio dei parlamentari, in diversi comuni dei nostri territori vi saranno le elezioni, anche questa volta i/le Giovani Comunisti/e ci saranno con propri candidati nelle liste di Rifondazione Comunista e di varie civiche progressiste. Per sintetizzare il perché essere giovani, comunisti e la scelta di candidarsi abbiamo posto poche domande ai diretti interessati, ci hanno risposto:
Massimiliano Farrell (GC Pavia), candidato consigliere con il Partito della Rifondazione Comunista a Vigevano (PV)
Francesco Corradini (GC Mantova), candidato consigliere con il Partito della Rifondazione Comunista a Mantova
Roberto Ciccarelli (GC Trento), candidato consigliere con la lista Rifondazione Comunista – Altra Trento a Trento
Perché hai deciso di candidarti? E perché con Rifondazione/la tua lista in cui sei candidato/a?
Farrell: “Ho deciso di candidarmi come consigliere comunale a Vigevano, la città in cui studio, perché ritengo che al giorno d’oggi i giovani non siano abbastanza rappresentati all’interno delle istituzioni, né a livello locale né a livello nazionale. Tematiche quali le politiche giovanili, la scuola, le attività di condivisione culturale e sociale sono generalmente tenute in scarsa considerazione. L’attuale amministrazione comunale di Vigevano, un monocolore leghista, ha realizzato ben poco sotto questo aspetto. Ciò che intendo fare io è dare un segnale per svecchiare la politica cittadina e riportare noi giovani e la nostra visione di città al centro dell’attenzione. Ho scelto di sostenere il candidato di Rifondazione Comunista Roberto Guarchi, perché il programma amministrativo che abbiamo scritto a più mani riflette la visione di città che io, in qualità di giovane, vorrei si concretizzasse. A differenza di altre liste, noi presentiamo un programma che si regge su basi solide. Dopo dieci anni di amministrazione leghista e di debolissima opposizione portata avanti dalle forze politiche cosiddette di centrosinistra, mi sento di poter dire che l’unico cambiamento reale per la città siamo noi.”
Corradini: “Ho deciso di candidarmi perché penso che a Mantova serva aria di cambiamento. La mia è una città che, per quanto sia migliorata negli ultimi 5 anni (anche se quasi solo da un punto di vista estetico) , rimane spenta e ostile alle classi più disagiate e precarie. Io, sfortunatamente, faccio parte di questa classe sociale e vivo in prima persona queste esperienze. Perciò la mia speranza è di rendere questa città più accessibile a tutti e, in particolar modo, a chi è bisognoso. Ho scelto la lista di rifondazione perché è quella che più di tutti rispecchia i miei ideali.”
Ciccarelli: “Ho deciso di candidarmi alle elezioni comunali a sostegno di Rifondazione Comunista – Altra Trento perché, insieme agli altri compagni e compagne che partecipano alla lista e si impegnano districandosi tra i mille impegni lavorativi, scolastici e familiari, avvertiamo la necessità di portare nel Comune di Trento i diritti degli ultimi e di dar voce al conflitto sociale. Solo un fronte sociale e di classe, infatti, può arginare la preoccupante deriva verso destra e ciò non è possibile se non tramite una precisa scelta di campo, politica e sociale: non dobbiamo mai dimenticare che il successo della destra è causato da anni di macelleria sociale e di esasperazione delle condizioni materiali di vita, determinate dalle politiche del centrosinistra, sia a livello locale che nazionale.”
Perchè un/una giovane dovrebbe avvicinarsi alla politica?
Farrell: “È importante per noi giovani avvicinarci alla politica perché un giorno il mondo sarà tutto nostro. Mi spiego meglio: piuttosto che delegare ad altri, io ritengo sia necessario per noi metterci in gioco in prima persona per plasmare il nostro futuro. Noi non vogliamo ereditare un mondo dove lo sfruttamento delle risorse naturali avrà provocato danni ambientali irreparabili; non vogliamo ereditare un mondo nel quale il nero, soltanto perché è arrivato su un barcone e ha il colore della pelle diverso dal nostro, viene discriminato e non ha i nostri stessi diritti; non vogliamo ereditare un mondo dove non sia tollerato l’amore in tutte le sue forme. Insomma, noi non vogliamo un mondo dove i valori culturali vengano sostituiti dai pregiudizi.”
Corradini: “Un giovane dovrebbe avvicinarsi alla politica innanzitutto per rendersi più cosciente della realtà che lo circonda. Spesso ci scordiamo che la nostra generazione è considerata quella dei consumatori. Al giorno d’oggi si educa più al consumo che alla produzione, come disse il sociologo Zygmunt Baumann rispetto ai nativi digitali. Perciò è consequenziale il fatto che viviamo nell’ovatta e viene poco stimolata la nostra concezione critica del mondo che ci circonda. Pertanto penso che una vita politica, quindi di studio e di militanza, sia il metodo più adatto per svegliarci dal torpore capitalistico. “
Ciccarelli: “Non credo che l’impegno politico sia questione d’età: in
questi ultimi anni ho conosciuto tanti compagni e compagne più anziani/e che profondevano impegno nell’attività politica senza sentire apparentemente il peso dell’età. Credo però che un giovane o una giovane possa sentire quella necessità di cambiare lo stato di cose presente in maniera ancora più intensa perché ha una vita intera davanti. Sogniamo tutti/e un mondo migliore, vorremmo tutti/e che le cose cambiassero e l’impegno politico permette proprio di trasformare questi sogni e desideri in realtà concrete, risultati di lotte e vertenze. “
Quali sono i punti che ritieni maggiormente importanti del vostro programma?
Farrell: “I punti più importanti del nostro programma sono tre: rilanciare la cultura vigevanese, attraverso la creazione di un evento con caratteristiche uniche che rappresenti il segno distintivo della nostra città; diventare un polo attrattivo per il milanese, lavorando con determinazione per ottenere la riqualificazione della linea ferroviaria verso Milano e delle strade extracomunali già esistenti; garantire un’attenzione maggiore alle tematiche ambientali, alla salvaguardia e alla balneabilità del fiume Ticino; difendere i piccoli negozi di vicinato, ribadendo il nostro secco e deciso “no” ai nuovi centri commerciali, che rappresentano un modello di sviluppo ormai superato.”
Corradini: “Per quanto riguarda il nostro programma, ho apprezzato particolarmente le proposte ambientali e sociali, di cui ne elencherò una per categoria. Per quanto riguarda l’ambiente, noi, come Rifondazione Comunista, ci battiamo per far pagare alle fabbriche le bonifiche dei laghi, resi tossici dai loro scarti industriali. Chi sporca deve pagare. Per quanto riguarda la società, siamo particolarmente sensibili rispetto alle classi più disagiate, perciò le aiuteremo applicando degli sgravi fiscali sulle tasse comunali per i soggetti più poveri e creeremo degli sportelli pubblici che avranno il compito di trovare lavoro per i disoccupati.”
Ciccarelli: “Il nostro programma si articola intorno a sei punti (lavoro, diritto all’abitare, grandi opere e turismo, ambiente e territorio, diritti civili e antifascismo, periferie e partecipazione) ma il filo rosso che li collega tutti è proprio il lavoro e la tutela ambientale. Riteniamo infatti che il prerequisito per vivere pienamente sia la piena e dignitosa occupazione, con un lavoro sicuro e di qualità. La nostra proposta politica si rivolge soprattutto a tutti e tutte coloro che vivono in situazioni di precarietà, di sfruttamento e disagio lavorativo o sono in cerca di occupazione, contro il lavoro nero e grigio, gli appalti e le esternalizzazioni: nonostante le competenze comunali riguardo alle tematiche del lavoro siano limitate, crediamo che il Comune possa farsi promotore di “lavoro di qualità”, reinternalizzando tutti i servizi e creando occupazione, ad esempio per il recupero delle aree cittadine dismesse e degradate. L’intero programma è inoltre permeato da una visione ambientalista in cui l’ecologia non viene vista come interesse di pochi snob, ma come fatto sociale ed economico: dopo la crisi pandemica risulta rafforzata la necessità di un controllo sociale del modo di produrre, riprodurre e consumare che segua quanto sappiamo dell’ecologia e delle leggi naturale e che non si basi più sul profitto privato e sul mercato, che si ponga come obiettivo non più la continua crescita necessaria all’accumulazione capitalistica, ma il benessere e il miglioramento della qualità della vita di tutti e tutte, il riequilibrio della ricchezza sociale a partire dai soggetti più deboli della società.”
Nel programma della lista con cui sei candidato/a sono presenti dei punti dedicati ai giovani? Se si, spiegane uno…
Farrell: “Uno dei punti dedicati ai giovani di cui andiamo più fieri è senza dubbio la riqualificazione dell’area dell’ex-macello per manifestazioni giovanili a carattere culturale, sociale e ricreativo.”
Corradini: “Per quanto riguarda i giovani, siamo (e sono!) consapevoli di quanto vengano trascurati. Attualmente la fascia dei 20-25 anni è quasi del tutto assente in città. La nostra proposta è di rendere Mantova una città anche per i giovani, creando spazi pubblici per le assemblee studentesche, studio individuale e corsi extrascolastici. Oltre a questo aggiungeremo altri indirizzi alla nostra facoltà, di materie umanistiche, come storia e Arte. Ultima proposta, ma non meno importante, è la realizzazione di un’università popolare che sia accessibile a tutti e che distribuisca nozioni utili per la propria cultura e quotidianità.”
Ciccarelli: “Nel nostro programma abbiamo un paragrafo relativo all’edilizia studentesca. Trento sta diventando sempre più città universitarie e quindi l’amministrazione cittadina deve necessariamente confrontarsi con i/le giovani. Negli ultimi anni, però, studenti e studentesse sono stati/e visti/e come problema di “ordine pubblico”: confusione la sera, feste e festini, la fantomatica “movida”… E anche in questo periodo di pandemia, con la fortissima contrazione del numero di studenti e studentesse in città (circa 5000 fuorisede non torneranno a Trento e più della metà delle camere è sfitta), il problema che viene sollevato è un problema di ordine economico. Noi crediamo invece che il vero problema dei giovani che vengono a studiare a Trento sia la totale mancanza di politiche abitative studentesche: l’elevato costo degli affitti in città, l’insufficienza di posti negli studentati e la mancanza di un reddito – diretto o indiretto – per coprire anche le spese abitative crea nei fatti una selezione elitaria tra chi può permettersi di venire a studiare a Trento e chi invece non può. L’eccellenza della nostra Università è data da quei tanti studenti e studentesse, trentini e non, che con fatica e grossi sacrifici economici, spesso lavorando o studiando da pendolari, scelgono di proseguire a Trento il proprio percorso di studi. E si adattano a vivere in buchi di appartamento, pagando cifre esose per un posto letto spesso affittato in nero da palazzinari senza scrupoli.”