BDS Bologna: scendiamo in piazza il 27 giugno!

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Sabato 27 giugno, nell’ambito della mobilitazione nazionale, promossa dalle comunità palestinesi, contro l’annunciata annessione dei territori palestinesi da parte di Israele, anche a Bologna saremo in piazza Nettuno alle 17:00 per un presidio promosso da Donne in nero – Bologna, Punto Pace Bologna Paxchristi, Palestinesi di Bologna, Rete Corpi Civili di Pace, Coordinamento Campagna BDS Bologna, Universitari Contro L’Apartheid Israeliana – Bologna, Assopace Palestina Bologna.

Saremo in piazza per dire no all’annessione illegale, no al regime di apartheid israeliano e per chiedere che vengano adottate misure concrete, incluse le sanzioni, contro le continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele.

Saremo in piazza a fianco della lotta delle e dei palestinesi per il diritto all’autodeterminazione e per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.

Chiamiamo tutte le persone che hanno a cuore i diritti umani, i movimenti di solidarietà con i popoli in lotta per l’autodeterminazione, le associazioni solidali e le organizzazioni politiche e sindacali ad aderire e a partecipare a questa iniziativa.

Per adesioni scrivere a: info.bdsbologna@gmail.com

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/264303994989730/

[L’iniziativa sarà svolta nel rispetto delle norme di prevenzione e di distanziamento fisico, per garantire la tutela della salute dei e delle partecipanti.]

Di seguito l’appello:

LIBERTÀ E GIUSTIZIA PER LA PALESTINA!

NO ALL’ANNESSIONE DEI TERRITORI PALESTINESI!

BASTA CON L’IMPUNITÀ PER ISRAELE!

Presidio in piazza Nettuno – 27 giugno 2020 – ore 17:00

Il 1° luglio il governo israeliano intende procedere all’annessione di ampie parti della Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale che vieta esplicitamente azioni di appropriazione di territori occupati militarmente. Questa annessione de jure concluderebbe anni di annessione graduale de facto attraverso l’appropriazione della terra, lo spostamento forzato di popolazione palestinese e il trasferimento di coloni israeliani nei Territori Palestinesi Occupati.

La pulizia etnica, che non si è mai fermata dal 1948, la colonizzazione con la progressiva erosione della terra palestinese, l’occupazione militare, l’assedio e i continui bombardamenti sulla Striscia di Gaza, le gravissime violazioni dei diritti umani, le umiliazioni e le offese quotidiane inflitte ai Palestinesi sono di fatto servite a perfezionare l’istituzionalizzazione di un sistema di apartheid e a consentire di andare oltre.

E così, nel bel mezzo di una pandemia mondiale che ha esacerbato e messo a nudo le disuguaglianze socio-economiche e politiche del nostro mondo globalizzato, e mentre milioni di manifestanti scendono in piazza per dire no al razzismo istituzionalizzato alla base delle strutture economico-politiche delle democrazie occidentali, il popolo palestinese vede il proprio diritto fondamentale all’autodeterminazione gravemente minacciato.

L’”Accordo del Secolo” di Trump ha spianato la strada all’annessione dei territori palestinesi occupati, collocandosi all’interno di un progetto che mira a depoliticizzare la “questione palestinese” e a trasformarla in una questione meramente economica e umanitaria, escludendo il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione, alla libertà e all’uguaglianza, nonché il diritto al ritorno dei profughi alle loro case e alla loro terra, sancito dalla risoluzione 194 delle Nazioni Unite.

Non basta condannare a parole il progetto di annessione. È il momento di chiedere con forza misure e azioni concrete per porre fine all’impunità di Israele e alle sue continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

In Italia in questi giorni abbiamo visto significative prese di posizione in questo senso da parte di movimenti, organizzazioni sindacali, associazioni e ONG. È importante che queste prese di posizione si trasformino in concrete azioni di pressione sulle istituzioni ai vari livelli perché cessino le loro complicità con Israele e le loro inadempienze verso il diritto internazionale.

Gli stati hanno un obbligo ai sensi del diritto internazionale di cooperare per porre termine a gravi violazioni del diritto internazionale stesso commesse da qualsiasi stato attraverso contromisure legali, incluse delle sanzioni. Chiamiamo quindi i movimenti di solidarietà con la Palestina, la società civile italiana e tutte le persone che hanno a cuore i diritti, a mobilitarsi per fare pressione su governo italiano, Unione Europea e Nazioni Unite affinché agiscano nel rispetto di questo obbligo.

In questo ci uniamo all’appello firmato da decine di associazioni della società civile palestinese che hanno chiesto ai governi e alle istituzioni internazionali di:

  • Mettere al bando il commercio di armi e la cooperazione nel settore militare e della sicurezza con Israele.
  • Sospendere gli accordi di libero scambio con Israele.
  • Proibire qualsiasi commercio con le colonie illegali israeliane e assicurare che le aziende evitino / terminino affari con il progetto coloniale illegale di Israele;
  • Garantire che siano assicurati alla giustizia gli individui e le imprese responsabili di crimini di guerra/crimini contro l’umanità nel contesto del regime israeliano di occupazione illegale e di apartheid.

Come diceva Nelson Mandela, “non potremo essere liberi finché non saranno liberi anche i palestinesi”.

Coordinamento Campagna BDS Bologna

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